Università Popolare di Milano: la nostra storia


Narrare la nostra storia è davvero una impresa ardua ma estremamente affascinate. Una storia, la nostra, che si dipana per più di un secolo legandosi alla vita e alla crescita del capoluogo lombardo. Il 1° marzo 1901 comincia l’attività dell’Università Popolare di Milano fondata da Ettore Ferrari nel 1900; le prime attività si svolgono in Via Ugo Foscolo 5 e il poeta Gabriele D’Annunzio, il Vate, pronuncia lui stesso il discorso inaugurale.

Ma cosa succedeva a Milano mentre D’annunzio con il suo acclamato intervento dava linfa e vita all’università popolare? Milano vedeva la morte del grande musicista Giuseppe Verdi e la conclusione del famoso dipinto “il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo.

Il capoluogo meneghino, dato di un censimento effettuato proprio nel 1901, contava 491.460 abitanti di cui 245.568 entro i Bastioni in un periodo di grande fermento sociale. A maggio scioperano ben 11 mila muratori che si riuniscono prima al Castello e poi all’Arena. Il 18 giugno viene inaugurato l'Albergo popolare di via Marco d'Oggiono, realizzato su progetto di Francesco Magnani e Mario Rondoni e per iniziativa dell'Unione Cooperativa e del suo presidente Luigi Buffoli. Destinato ai soli uomini, riproduce le Rowton Houses di Londra.

Il 23 giugno si inaugura il monumento a Carlo Cattaneo in largo Santa Margherita. Il monumento è opera dello scultore romano Ettore Ferrari, Gran Maestro della Massoneria Italiana e autore dei monumenti a Mazzini e a Giordano Bruno a Roma. L'iniziativa è promossa dalla Massoneria senza il concorso del Comune. Il bassorilievo rappresenta il Cattaneo nell'atto di rifiutare l'armistizio proposto da Radetzky. I medaglioni indicano la Sapienza (libri), il Pensiero (aquila) e la Libertà.

L’ 8 ottobre viene inaugurato il nuovo palazzo della Borsa - poi Palazzo della Posta - in piazza Cordusio 1, progetto di L. Broggi e C. Nava. Un anno straordinario quindi dal punto di vista sociale, economico e urbanistico che si chiuderà il 24 ottobre con l’approvazione del progetto degli Uffici municipali d'Igiene e Sanità in via Palermo. Il palazzo, progettato da Giannino Ferrini, sarà terminato nel 1904.

La distanza di questi anni con l’oggi mostra tutta la complessità e il passaggio dei decenni, unito ai cambiamenti sociali e culturali, svelano una prospettiva di crescita dell’Università popolare che possiamo davvero definire un unicum.  Una crescita ed uno sviluppo fatti con grande riguardo e silenzio, con grande compostezza a sottolineare come il crescere in questa città sia sempre qualcosa che si lega alla struttura urbana e sociale. Da qui in poi l’università popolare ha saputo fare suo un detto tipico del veneziano: “prima di parlare, taci”.

Delineare la crescita dell’Università popolare negli ultimi decenni, ed in poche righe, è una impresa ardua soprattutto perché la storia di questa università è anche la storia di una grande città. L’università Popolare ha saputo incontrare, guidare e molte volete assecondare i grandi movimenti sociali che la metropoli lombarda ha affrontato. Ha dato risposte culturali e formative; ha permesso ai meno abbienti e agli ultimi di poter avere una formazione degna di questo nome; ha saputo insegnare ad usare gli strumenti culturali per poter decifrare i cambiamenti che la società stava avendo e ha permesso a tutti i suoi studenti di non sentirsi mai soli nel mondo né tantomeno tagliati fuori dal mercato del lavoro.

La crescita industriale e a tratti tumultuosa della città di Milano ha posto anche la nostra università a straordinarie ed importanti sfide culturali e formative. Abbiamo contribuito, con i nostri corsi, a far uscire dalla povertà molti, se non quasi tutti, i nostri studenti. Accanto a corsi culturali importanti abbiamo anche trasmesso il sapere di artigiani e lavori, permettono così ai nostri studenti di poter imparare una occupazione, di poterla svolgere con grade dignità e professionalità, di poter affrontare anche le mutazioni e i cambiamenti che le professioni e le attività artigianali assecondavano o subivano.

Una storia che si è intrecciata in maniera unica con alcune delle più belle realtà sociali e culturali che nacquero a Milano come la società cooperativa edificatrice di case operaie (nata nel 1861) e della società edificatrice di case operaie in Milano (realizzata nel 1879 dal Consolato operaio) che avevano realizzato alcune case popolari e portando a termini alcuni insediamenti abitativi fortemente voluti da un’altra importante organizzazione sociale milanese: la Società umanitaria.

Da questi fermenti sociali l’Università Popolare è partita per dare un fondamento, una base culturale e formativa a questa crescita; un impegno che l’Università pago, per un periodo della sua esistenza, anche in maniera molto cara: il tetro e buoi periodo fascista che avvolse il nostro paese portò l’università ad avere un commissariamento che la mortificò e la frenò nella sua missione.

Passato quel periodo buoi, l’Università torno a rifiorire nel primo periodo repubblicano per arrivare fino al decennio degli anni Ottanta, dove una nuova e forte crescita economica, chiedeva sostegno culturale e formazione. Oggi l’Università popolare continua con grande determinazione nella sua missione formativa, perché nessuno, povero o svantaggiato, debba rinunciare a crescere culturalmente e socialmente.


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