Il nostro marchio: una storia di qualità e affidabilità



Perché è importante parlare del nostro marchio e tutelarlo?

Il diritto del marchio è un ramo del diritto commerciale che riguarda la protezione legale di un segno distintivo che viene utilizzato per identificare e distinguere i prodotti o i servizi di un'azienda da quelli delle altre aziende.

In altre parole, il diritto del marchio protegge il nome, il logo, il design o qualsiasi altra indicazione distintiva che viene utilizzata per identificare un'azienda o i suoi prodotti e servizi. Il diritto del marchio consente all'azienda di esclusiva di utilizzare il marchio e di impedire ad altri di utilizzarlo senza autorizzazione.

La protezione del marchio può essere ottenuta attraverso la registrazione del marchio presso l'ufficio brevetti e marchi di competenza. Il proprietario del marchio può poi fare valere i propri diritti contro qualsiasi uso non autorizzato del marchio. Ciò significa che il proprietario del marchio può ad esempio impedire ad altre aziende di utilizzare un marchio simile o identico per prodotti o servizi simili o identici in modo da evitare confusioni tra i consumatori.

Detto in termini più prosaici è fuor di dubbio che negli ultimi anni, ma forse potremmo anche dire da sempre, si è assistito ad un uso massiccio e a tratti anche disinvolto del nome università. Tale denominazione è arrivata a coprire tutto, persino semplici corsi di poche ore atti a dare una sorta di infarinatura dei contenuti, infarinatura che non serve a nulla se il docente non è qualificato e preparato proprio come una università pretende e fa.

È chiaro che viene immediatamente da chiedersi chi sia veramente legittimato ad usare e fregiarsi del titolo “università” e soprattutto come questo termine debba essere usato.

Pensiamo a esempio ad una opera meritoria come l’università della terza età che tutti noi conosciamo di fama. Il termine università sottintende una apertura a tutti poiché valori come cultura e sapere sono e restano universali. Specificare quindi “della terza età” è un po’ come fare un torto al termine università, questo perché ne restringe il perimetro relegandola solo ed esclusivamente ad un singolo settore anagrafico della nostra società, togliendo così al nome “università” quella connotazione e accezione universalistica che è giusto debba avere.

Ma anche in questo caso chi decide ciò? Come riuscire a mettersi d’accordo su queste questioni che magari per molti sono semplici e noiosi dettagli ma che in realtà rivestono una attenzione importante?

Il decreto-legge n.580 del 1° ottobre 1973, poi convertito in legge, offre uno spunto interessante, ossia quello che è lo Stato l’unico soggetto che può conferire la qualifica di università, diffidando così chiunque dal fregiarsi di tale titolo senza riconoscimento statale.

È fuor di dubbio che la Confederazione Nazionale delle Università Popolari Italiane (CNUPI), confederazione alla quale aderisce a pieno titolo l’Università Popolare di Milano, rivendichi il pieno diritto di usare per sé il termine “università”, e questo grazie anche al riconoscimento di personalità giuridica che la Confederazione Nazionale elle Università Popolari Italiane ha ottenuto proprio in virtù in un apposito decreto-legge pubblicato in gazzetta Ufficiale nel n.203 del 30 ottobre 1991. Quindi il diritto di potersi fregiare della dizione “Università popolare” è ugualmente fruibile da parte di tutte le associate della Confederazione.

Il senso, da parte del legislatore, è senz’altro quello di riconoscere non solo la denominazione, ma anche il ruolo ed il rilievo storico avuto nel nostro paese dalle stesse antiche Università popolari, le quali sorti a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, diedero vita alla Confederazione delle Università popolari Italiane.

Ecco perché nel rivendicare la continuità storica, che questo museo tra l’altro permette di vedere con i propri occhi, le associate alla Confederazioni rivendicano con ragione il diritto di fregiarsi dell’ambito vocabolo “università”. Fatte salve, e rivendicandolo con forza e determinazione, il compito e la vigilanza verso quelle associazioni che impropriamente usano non solo il termine università ma anche la dizione università popolare.

Oggi, a tutela della lunga, prestigiosa ed importante storia del movimento culturale delle università popolari e, soprattutto, a tutela e salvaguardia del loro presente e del loro futuro, l’Università popolare di Milano si è attivata per tutelare tutti i marchi che hanno contribuito a creare e a far grande il percorso delle Università popolari.

L’Università Popolare di Milano, con l’esclusione dell’Università Popolare di Milano 1979, ha tutelato i marchi di Università Popolare di Milano; Università Popolare Milanese; Università proletaria Milanese; Università Popolare degli studi di Milano.

Questo perché per noi la tutela del passato è la miglior assicurazione per un futuro solido e trasparente. Solo riconoscendo di avere una grande storia alle nostre spalle, solo comprendendo e tutelando le nostre origini possiamo continuare ad indicare con autorevolezza e fermezza la strada futura della formazione ai nostri studenti.

L’Università Popolare di Milano, tutelando i marchi storici che hanno aiutato i poveri, gli ultimi e gli emarginati ad uscire dalla loro condizione sociale ed economica, conferma la sua missione di formazione e servizio riconoscendo cultura e sapere come due fondamentali valori a patto che lo siano per tutti. 


Università Popolare di Milano Museo